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Assicurazioni: serve un’unità anti frode

Il quadro del settore assicurativo in Italia è desolante: secondo l’ultimo rapporto presentato alla Camera dall’ex ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, “Su 45 milioni di auto circolanti in Italia, 3 milioni sono senza assicurazione o, addirittura, con il contrassegno contraffatto“. Il rapporto è giusto a questo incredibile dato incrociando i dati della Motorizzazione con quelli delle compagnie assicurative, facendo emergere una tendenza sempre maggiore a non assicurare i propri veicoli specialmente al Sud.

Un’unità anti-frode che non c’è

Il fattore più sconfortante sembra essere, tuttavia, la non perseguibilità dei 3 milioni di fedifraghi che circolano senza polizza: per individuarli servirebbe infatti un’apposita unità anti-frode – che per ora non esiste – con facoltà investigative. Unità che il ministro Romani ha chiesto anche per incentivare la diminuzione dei prezzi delle polizze assicurative, insieme all’introduzione del contrassegno elettronico.

Causa o effetto?

Tuttavia, non sempre l’evasione è solo da condannare: come denuncia l’Isvap (istituto di vigilanza sulle assicurazioni), è proprio “a causa dei premi sempre più elevati, talora insostenibili in alcune zone d’Italia” che gli automobilisti non si possono permettere la stipula di una polizza assicurativa. Infatti, nel semestre giugno-dicembre del 2010, la stessa Isvap ha avviato 14 istruttore nei confronti di altrettante compagnie che “praticavano tariffe talmente elevate (con punte di 8.500 euro) da scoraggiare l’acquisto della copertura“.

Le compagnie fantasma

Vi sono poi i casi – sempre più frequenti – di compagnie fantasma che, non essendo autorizzate a operare in Italia, non offrono una copertura anche se il premio è stato pagato: dopo aver attratto l’assicurato con prezzi molto vantaggiosi, in caso di sinistro scompaiono nel nulla.

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