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Compagnie assicurative italiane e rating: Moody’s declassa Unipol e Generali

Dopo aver bocciato il rating dell’Italia gli analisti di Moody’s hanno dedicato il loro interesse al mondo delle assicurazioni e sono passati a modificare i loro giudizi su alcuni dei principali gruppi Italiani. E’  toccato a Generali e Unipol i cui rating sono stati abbassati.  D’altra parte, rating e assicurazioni sono una coppia legata a doppio filo.

Ci si chiede spesso perché in Italia i premi delle compagnie siano poco in linea con le tariffe europee: le cause principali sono individuate nelle frodi, che spesso indeboliscono il potere economico delle compagnie assicurative e nella mancata regolamentazione del mercato. Ma spesso ci si dimentica che le compagnie assicurative italiane non solo sono quotate in borsa, ma hanno anche una forte concentrazione di investimenti in titoli governativi italiani: questo le renderebbe particolarmente eposte al rischio di credito sovrano con eventuali ripercussioni sui rating.

Addetti ai lavori precisano che l’agenzia di rating considera questi investimenti come una forte concentrazione in una sola categoria di attivi, per cui i portafogli delle compagnie assicurative italiane hanno beneficiato negli ultimi due anni della forte presenza nei loro bilanci di titoli a reddito fisso.

Ancora una volta l’Italia costituisce l’eccezione: nel Belpaese, secondo uno studio condotto da un’agenzia di rating, l’esposizione delle compagnie nei titoli di stato del proprio Paese ammonta a circa il 50% del totale degli investimenti (a fine 2009), cosa che in altri Paesi non avviene o avviene in misura molto minore. Infatti, in altri Paesi europei, questo tipo di investimenti viene controbilanciato da una bassa esposizione verso altri tipi di attivi, in particolare nella finanza strutturata e nell’azionariato.

Il risultato? Questo tipo di investimenti va ad influire sul rating, perché la forte concentrazione sui titoli italiani crea un legame forte con il rating sovrano.

 

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